Infondate preoccupazioni #1
Care Colleghe, Cari Colleghi,
benvenuti a questa rubrica che ho intitolato infondate preoccupazioni di cui oggi presento il primo numero. In questo numero commenterò il bilancio 2024 del nostro Ateneo che è stato recentemente approvato (delibera CdA del 10/07/2025). Il bilancio chiude con un utile di 2,66 Mln€ che è ben lontano dai 5 Mln€ che ci sono stati prospettati nella e-mail del 31-03-2025, che abbiamo ricevuto a firma del Prorettore Vicario e del Rettore. Inoltre, il risultato è sideralmente distante dai 27,3 Mln€ con cui si è chiuso l’esercizio 2023. 
È doveroso evidenziare che a questo risultato si arriva a causa del taglio ministeriale di quasi 12 Mln€ dell’FFO (tutte le componenti) che è avvenuto nel 2024 e che, stando alle ultime notizie, dovrebbe essere recuperato nel 2025. Tuttavia, anche riportando interamente come utile la decurtazione ministeriale, avremmo chiuso un bilancio con un utile di 14,6 Mln€, quasi la metà di quello del 2023.
Quello che ritengo personalmente più preoccupante non è il dato relativo all’utile di esercizio in sé, ma quello relativo alla crescita della spesa del personale. Il bilancio del 2024 certifica infatti che il nostro Ateneo ha raggiunto una spesa del personale[1] pari a 220,3 Mln € a fronte di un contributo ordinario dello Stato di 231,4 Mln€, percentualmente il 95%. Desta ancora ulteriore preoccupazione la dinamica della crescita del costo del personale a fronte della crescita del contributo ordinario dello Stato, soprattutto negli ultimi tre anni (vedasi tabella) in cui essa è stata costantemente ben al di sopra dell’incremento del contributo ordinario dello Stato. Tale dinamica è attribuibile alla crescita delle spese per il personale docente, che negli ultimi 3 anni è cresciuta in media del 8,37%, e in minor parte alla crescita del personale non docente, spesa che negli ultimi 3 anni è cresciuta in media del 5,13% con un picco del 9,1% nell’ultimo anno. 
Le stesse osservazioni sopra riportate sono state evidenziate dai revisori dei conti nella loro relazione al bilancio, a cui essi aggiungono, un richiamo al fatto che il bilancio sia stato approvato “ben oltre il termine del 30 aprile, nonostante le numerose sollecitazioni espresse da questo Collegio” e avendo a disposizione un lasso di tempo molto breve per evitare le possibili criticità che una approvazione oltre la data del 15 luglio 2025 avrebbe comportato per l’Ateneo. Essi, pertanto, manifestano la preoccupazione che “tale modo di procedere rischia di determinare effetti negativi in termini di accuratezza nell’esame della documentazione di rito”.
   | Media ultimi 3 anni  | Media ultimi 6 anni  | 2024  | 2023  | 2022  | 2021  | 2020  | 2019  | 
Crescita Contributo Ordinario dello Stato  | 2,18%  | 2,88%  | -1,18%  | 5,62%  | 2,10%  | 5,01%  | 5,91%  | -0,16%  | 
Crescita Spesa Personale  | 7,61%  | 3,98%  | 10,09%  | 5,92%  | 6,81%  | 1,45%  | -1,12%  | 0,70%  | 
Rapporto Spesa personale/FFO  |    |    | 95,20%  | 85,45%  | 85,20%  | 81,44%  | 84,30%  | 90,30%  | 
Osservo anche che alla schiera dei preoccupati si è aggiunto il collega Prof. Onofrio (Nuccio) Scialdone, componente uscente del CdA, che nei suoi commenti alla approvazione del bilancio evidenzia che “se la dinamica dei ricavi legati al FFO non dovesse cambiare, come purtroppo presumibile, la governance, e il prossimo CdA dovranno, a mio modo di vedere, porre molta attenzione all’evoluzione dei costi valutando nel dettaglio ogni singola posta di bilancio, riducendo tutte le spese non strettamente necessarie e continuando ad agire per incrementare le voci di ricavo”, aggiungendo inoltre che “la dinamica di incremento dei costi del personale andrebbe opportunamente bloccata tenendo in debito conto i risparmi conseguenti alle cessazioni”. 
Alla luce delle considerazioni di cui sopra, non posso non considerare come l’avere evidenziato preoccupazioni assolutamente legittime e veritiere, come i dati attuali dimostrano, non sia stato probabilmente efficace per ottenere i voti necessari nella corsa elettorale al CdA dell’Ateneo; rimane, tuttavia, la mia personale convinzione che evidenziare problematiche reali in modo trasparente e professionale, anche durante le competizioni elettorali, sia l’unico modo serio di approcciare le istituzioni.
Purtroppo, non posso che continuare ad esprimere delle preoccupazioni sul futuro del nostro Ateneo se opportune modifiche alle strategie di governance non saranno apportate. In particolare, si aggiunge alle preoccupazioni già espresse, il recente risultato che il nostro Ateneo ha riportato sulla classifica Censis, in cui abbiamo perso tre posizioni tra i mega atenei statali. Le classifiche cambiano ogni anno e quindi il dato in sé è per me poco significativo. Quello che mi sembra invece più significativo è il punteggio che abbiamo ottenuto sull’occupabilità dei nostri studenti, che, con un valore di 73, ci pone all’ultimo posto nella graduatoria dei mega-atenei. Questo dato è sicuramente affetto dalla contingenza di trovarci in Sicilia; tuttavia, confrontando il dato con altri Atenei meridionali (Federico II 85, Bari 77, Calabria 76, Cagliari 84), incluso l’Ateneo di Catania (79), credo che si possa fare di più in termini di strategie di offerta formativa.
Sperando di non averVi preoccupato troppo, Vi do appuntamento al prossimo numero della mia rubrica ed auguro a tutti serene e riposanti vacanze estive 2025.
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